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Cultura - Giovanna Masoni Brenni

Intervista a cura di Roberto Roveda, pubblicata su Ticino7 del 10 marzo 2017

In politica si è occupata spesso di cultura. Da dove nasce questo interesse?
In famiglia. Quando ero bambina mi portavano a visitare monumenti e città, a scoprire il nostro territorio. Poi si andava per antiquari e la sera mia madre spesso ci leggeva libri ad alta voce. Oppure si suonava o ascoltava musica. I miei interessi culturali sono nati così; poi la politica mi ha un po’ distolto da questi piaceri. Reggendo per diverso tempo il Dicastero della Cultura a Lugano ho però avuto il privilegio di non allontanarmene troppo.

Dunque è stata sua madre a trasmetterle il gusto per la lettura?
Sì, ci leggeva libri come Per chi suona la campana di Hemingway, Non ti chiamerò più padre di Bacchelli, Noi vivi di Ayn Rand e ancora i Promessi sposi o i Buddenbrook. Magari saltava pagine noiose o difficili, ma devo a lei il gusto per i grandi romanzi e il teatro. Lo devo a lei e a buoni professori e amici. Le letterature contemporanee le trovo invece più difficili: ci vorrebbero guide che aiutino a scegliere. In fondo, il tempo per la lettura è poco e vi è il rischio di perdersi. Amo molto anche la poesia.

Intervista a cura di Simona Sala pubblicata su Azione, 29 settembre 2014 (pagine 40-41)

Il futuro del LAC
A colloquio con Giovanna Masoni Brenni, responsabile dell’Area cultura e dell’istruzione, nonché vicesindaco di Lugano, sul valore della cultura, dell’ispirazione e delle finanze.
Le polemiche attorno alla necessità della realizzazione del LAC hanno accompagnato, spesso caratterizzandolo, il dibattito politico del nostro Cantone degli ultimi anni. Abbiamo dunque deciso di ripercorrere le tappe salienti di un lungo processo, mettendo in luce quelle che saranno le grandi sfide dei prossimi anni.